Dusan Vlahovic può rinnovare con la Juventus: il colpo di scena sarebbe clamoroso, ma la firma del bomber impone un altro sacrificio di lusso

Juve-Vlahovic: cosa è davvero cambiata
Partiamo dal campo. I numeri di Vlahovic (160 presenze e 64 gol in bianconero) raccontano già molto, ma non tutto. La vera novità sta nella continuità mentale che il centravanti serbo sta finalmente mostrando. I fischi sono diventati applausi, la fiducia – quella sua e quella della curva – si è ricucita passo dopo passo. È come se il numero 9 avesse ritrovato non solo la rete, ma anche se stesso.
All’interno della società, il vento è cambiato. Dopo mesi di valutazioni e confronti, sia Igor Tudor sia Luciano Spalletti – i due tecnici che hanno guidato il club in questa stagione – hanno espresso chiaramente la loro attrazione: Vlahovic prima di Jonathan David o Lois Openda. E non è una presa di posizione casuale. La Juve ha compreso quanto sia difficile, oggi, trovare un attaccante con la stessa incisività del serbo, almeno in Serie A. E allora, forse, trattenere Dusan non è solo una questione di cuore, ma anche di calcolo.
Il nodo economico e le scelte di mercato
Il vero ostacolo, però, resta quello di sempre: i soldi. Vlahovic guadagna oggi circa 12 milioni di euro netti a stagione, una cifra che pesa non poco su un club che deve muoversi con cautela per rispettarlo Fair Play Finanziario imposto dalla UEFA. La dirigenza bianconera avrebbe fissato un tetto agli stipendi intorno ai 6 milioni, la cifra prevista per David, ma starebbe ragionando su un compromesso: riportare la base a 8 milioni, con bonus o incrementi progressivi legati al rendimento. Una formula “a salire”, che ricorderebbe quella già vista nel primo contratto del serbo.
Naturalmente, un eventuale rinnovo di Vlahovic a queste condizioni costringerebbe la Juventus a fare delle scelte. E qui entra in scena la parola più temuta: sacrificio. Il nome più caldo è proprio quello di Jonathan Davideche secondo diverse voci di mercato potrebbe finire nel mirino del Milan.
Se Dusan restasse, il canadese – con il suo ingaggio da 6 milioni – sarebbe di fatto di troppo. Il vice Vlahovic, in questo nuovo scenario, potrebbe essere un giovane da lanciare o un profilo d’esperienza, ma con un ingaggio contenuto, non oltre i 2 milioni.
Il tutto avrebbe un effetto domino anche su altri reparti. Liberata la questione attaccante, la Juventus potrebbe concentrare le proprie risorse sul centrocampoil settore che da tempo necessita di maggior qualità e profondità. In altre parole, il rinnovo di Vlahovic non sarebbe solo una firma: sarebbe una dichiarazione d’intenti, un modo per dire “ripartiamo da qui”.
Ed è proprio qui che nasce la domanda più interessante: vale più trattenere un giocatore simbolo, che ha finalmente ritrovato se stesso, o aprire un nuovo ciclo con un volto diverso e un bilancio più leggero? In fondo, il calcio vive di scelte che vanno oltre le cifre, di legami che resistono anche quando sembrano sul punto di spezzarsi. E forse, in questo nuovo equilibrio tra emozione e ragione, la Juventus e Vlahovic stanno riscoprendo la parte più autentica del loro legame.
